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La storia 

di Viviana

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La mia storia inizia il 5 Ottobre 2017, cominciai ad avere per giorni tutto il corpo rigido e perdita di peso oltre 12 kg, iniziai così a sottopormi a un'infinità di controlli, esami, analisi durati 15 giorni e poi il professore del reparto di reumatologia del policlinico di Bari, si siede sul mio letto e mi comunica che sono affetta da LES ad interesse articolare, fortunatamente non aveva preso organi vitali, ma dovevo iniziare a combattere, per cercare di tenerlo a bada.

 

Nel frattempo mi informai, iniziai a leggere libri e svolgere ricerche su internet, cominciai anche a seguire blog, iniziando così scrivere ed ascoltare chi, come me, condivideva questa patologia. Nel 2018 conobbi colui che diventò il mio più caro amico e che mi ha mosso dentro la voglia di lottare, mi raccontò che già all'età di 17 anni, gli diagnosticarono la mia stessa malattia, e che per via di quest'ultima fu affetto da infertilità verso i 45 anni, rendendo così un sogno confinato in fondo al cassetto chiuso per sempre.

Iniziai ad assumere dei farmaci, che però comportavano a controindicazioni, tra cui il non avere gravidanze durante il suo utilizzo, chiesi così consiglio al mio amico e mi propose due scelte: una cura di mantenimento (sempre comunque con l'incognita), oppure di iniziare a considerare il congelamento degli ovuli. Scelsi la prima, anche se non era facile, perché avrei potuto avere una gravidanza davvero difficile, per me e per il bambino. Alla fine, con la paura nel cuore, il giorno del mio 35esimo compleanno, feci quel test di gravidanza, che indicava quelle due lineette rosse, segnando così l'inizio della mia gioia e delle mie preoccupazioni.

 

Iniziai un cammino sempre costellato da paura, ogni mese non vedevamo l'ora di sentire il cuore; via vai in reumatologa, ematologa, ginecologa, con susseguirsi di ecocardiogrammi fetali ogni 15 giorni. Al terzo mese iniziò il panico, per via di un piccolo distacco della placenta, ma lui voleva continuare ad esserci e a lottare.  Passa il tempo, arrivo con 15kg in tutta la gravidanza, alla 35+5 settimana, il 14 Novembre rompo le acque, cominciai ad avere una paura immensa, dissi a mio marito "non adesso è ancora troppo presto", due giorni dopo il giorno di S. Giuseppe Moscati, dopo aver sentitamente pregato tutti i santi, con poco liquido, alle 08.33, nasce con parto naturale il nostro bimbo, Giovanni. Pesava 2240 gr, lungo 45 cm, era bellissimo.

Dopo il parto provai ad attaccarlo al seno, ma era troppo piccolo, non era in grado di succhiare il latte materno, così ci furono i controlli, dopo un po' mi comunicano che lo avrebbero portato in neonatologia, a causa di un stato di ipoglicemia, gli diedero 10 ml di latte ma li rigurgitò tutti.

Era piccolo, aveva un sensore al minuscolo tallone, che controllava i suoi parametri. Io con la paura nel cuore, continuavo a ripetermi che fosse colpa mia, della mia malattia. È restato 5 giorni in ospedale, aveva anche un po' di ittero. Dopo la dimissione ancora non si attacca al seno, ma grazie al tiralatte potei dargli il mio oltre che a quello artificiale. 

Ora lui è splendido, ha superato i 3100 gr ed è lungo 49,5 cm: è il mio birbante c'è, vive e voleva esserci per rallegrare la nostra casa, il nostro cuore e la nostra vita. Abbiamo trascorso il nostro Natale più bello. Ringraziamo il Signore per averci dato in dono Giovanni, e alle donne che sperano dico abbiate fede.

 

 

 

 

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