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La storia 
di Claudia

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Buongiorno sono Claudia

 

Domani sarà la giornata della prematurità, è il secondo anno che la celebriamo, e ricordiamo con dolore e gioia la nostra grande e devastante esperienza in questo mondo.

 

Vi racconto la mia esperienza, ci ho messo un pò a rielaborare il tutto, poi leggendo capirete. Il 4 febbraio 2020 non mi sento molto bene e chiedo al ginecologo dove lavoravo se poteva visitarmi, avevo saltato il ciclo di dicembre ma poi a gennaio ebbi delle perdite, era un periodo di forte stress al lavoro e avevo 45 anni, così ingenuamente pensai a una pre menopausa o squilibro ormonale a causa dell’affaticamento. Il dottore mi visita, mi fa sedere ed esclama "Non solo è incinta, ma sono due! Ed è anche già forse intorno al terzo mese" sono rimasta scioccata, ero disperata, avevo già due figli grandi (17 e 13 anni) e non ero più così giovane. Parlai con mio marito ne fu più sconvolto di me, passammo una settimana senza parlarci. Alla fine decidiamo di reagire ed accettare la cosa, dopo la prima ecografia le vediamo e sembra quasi che tutte quelle insicurezze si dissolsero.

 

Inizia la pandemia, Verso la sedicesima settimana durante una visita all'ospedale dove sono seguita, mi dicono che c'è un pò troppa disparità di crescita tra le bimbe, così mi indirizzano in Mangiagalli, per farmi visitare da esperti di gravidanza a rischio e gemellare. Era monocoriale biamniotica, uno staff meraviglioso mi accoglie ma purtroppo la situazione si complica, le visite si susseguono e si intensificano in pieno inizio lookdown. Inizialmente si ipotizza di intervenire con il laser ma era oramai troppo tardi ed il rischio era troppo alto. Il 4 maggio mi ricoverano, la situazione stava degenerando, ero a 27 settimane, quando Il giorno dopo, durante la visita di controllo in videochiamata con la mia dottoressa, (che in quel momento non era di turno) mi dicono che dovevano farle nascere, fu il primo momento più devastante della mia vita.

 

I miei primi due figli sono nati naturalmente, e non avevo la minima idea di come fosse un cesareo.

 

Mi portano direttamente in sala parto su una sedia a rotelle, preoccupata chiamai mio marito, terorizzata all’idea che dall'agitazione corresse troppo con la macchina, (casa nostra dista circa 3/4 d'ora dall'ospedale).

 

In sala parto ci saranno state una ventina di persone, Il dottore mi disse che portavano non farcela, alle 18:45 nasce Marina 850 gr e un minuto dopo Marta 620gr. Non le sentii piangere e non fecero nemmeno il tempo di farmele vedere, che le portano entrambe immediatamente in TIN per salvarle. Ho aspettato 4 ore con mio marito in una stanza post operatoria senza avere loro notizie per ore, dopo un pò le infermiere chiesero a mio marito se voleva vederle, così gli scattò delle foto per mostratmele, erano tutte e due vive. Il giorno dopo riuscii a scendere in TIN, fu la prima vota che vidi un reparto di Terapia intensiva neonatale.

 

Marina soggiornò in reparto per 118 giorni, il 21 agosto 2020 finalmente potemmo portarla a casa, fu come rinascere, anche perchè la nostra piccola Marta non c'è la fece, dopo 26 giorni è volata in cielo. Ci furono troppe complicazioni, Il 9 maggio ebbe un importante emorragia cerebrale, che complicò il suo fragile equilibrio. La cosa più dolorosa fu il dover decidere del suo funerale, dovetti vestirla io in camera mortuaria perché nessuno si sentiva di farlo, mi sentì così sola con lei, senza mio marito, che per via della pandemia non poteva aiutarmi.

Decidemmo di cremarla e tenerla a casa con noi.

 

Ormai è passato un anno e mezzo da quella ferita al cuore è una cosa difficile da superare, ma poi guardo Marina e i suoi doppi sorrisi, e si, adesso posso dire che va tutto bene. Marina è una bambina felice ha un pò di ritardo psicomotorio, ma stiamo facendo terapia per migliorare, adesso ha 18 mesi anagrafici e 15 corretti è il nostro arcobaleno dopo la tempesta.

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