Nascere pretermine
La gravidanza e la nascita di un figlio è uno dei momenti più importanti nella vita di una donna e della coppia. Aspettative, sogni, progetti futuri, l’immagine della nascita del figlio come evento gioioso, percorrono i nove mesi, 40 settimane, che servono alla mamma e al bambino per raggiungere la piena maturità.
Ad un parto pretermine non è preparato né il bambino né la mamma, ma oggi si può contare sull’altissima competenza di esperti neonatologi, infermieri pediatrici specializzati in neonatologia, reparti di patologia e terapia intensiva neonatale di grande eccellenza, che con profonda dedizione si dedicano a queste piccolissime vite per portarle fino alla completa maturità.
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Il termine neonato prematuro è da riferirsi ad un neonato ad alto rischio perinatale in quanto nato prima della 37ma settimana di gravidanza.
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La nascita pretermine impedisce a molti organi ed apparati di raggiungere la maturità fisiologica e tutte le competenze atte ad affrontare l’ambiente extra-uterino.
Nascere prima del tempo potrebbe comportare un aumentato rischio di disfunzioni d’organo, possibili patologie respiratorie, cardiovascolari, neurologiche, renali, oftalmologoiche, nutrizionali ed immunologiche.
L’evoluzione delle cure neonatali degli ultimi decenni ha portato all’introduzione di una serie di interventi assistenziali che hanno drasticamente ridotto la mortalità del neonato pretermine anche in età gestazionali molto basse ed è oramai un dato acquisito che la sopravvivenza tende ad essere sovrapponibile a quella di un neonato a termine.
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Un risultato questo impensabile solo fino a 10 anni fa.
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E’ molto importante che la “maturazione extrauterina” che avviene nei reparti di terapia intensiva neonatale, abbia l’eccellenza delle cure cliniche, ma è altresì importante che tutto il personale sanitario favorisca, fin dal primo istante, il contatto e il coinvolgimento dei genitori nelle cure, nell’approccio e nel contatto con il proprio bambino.
Osservare, interpretare e comprendere il linguaggio del neonato permette al personale sanitario e ai genitori, di trovare le modalità di cura corrispondenti alle progressive capacità del piccolo, in relazione al suo stato di maturazione e di favorire un progressivo ed armonioso sviluppo futuro.