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Alimentazione del neonato pretermine

Per i piccoli bambini pretermine l’allattamento al seno è un processo graduale, quasi sempre impossibile alla nascita perché, proprio per la loro immaturità, sono incapaci di coordinare nello stesso momento la respirazione, la suzione e la deglutizione.

La maggior parte dei neonati che pesa meno di 1500 gr. ricoverati in un reparto di terapia intensiva neonatale, richiede da subito e a seconda della criticità, una nutrizione parenterale direttamente per via venosa, a cui associare o seguire, una enterale che prevede la somministrazione di alimenti attraverso una sonda posizionata nell’ombelico, la cosiddetta PEG (Gastrostomia Endoscopica Percutanea) o un sondino naso-gastrico.

Quando il neonato comincia a stabilizzarsi, non è sofferente ed è in grado di compiere i primi movimenti di suzione, può essere tentata l’alimentazione orale. Il grande sforzo per questa azione impegna moltissimo il piccolo e l’allattamento al seno ha meno probabilità di avere successo prima che il neonato non abbia acquisito le adeguate competenze. L’alternativa temporanea all’allattamento al seno, può essere la nutrizione, attraverso il sondino ombelicale, naso-gastrico o il biberon, con il latte della mamma conservato o con quello della banca del latte.

 

Le importanti funzioni nutrizionali, immunologiche e antinfettive del latte materno, rappresentano il modo ideale per alimentare anche il piccolo nato pretermine. Recenti studi hanno dimostrato come quello della mamma possa contribuire a proteggere il neonato dalle infezioni e da altre malattie, mantenendo i suoi vantaggi per tutta la vita e possa favorire lo sviluppo dell’apparato neurologico e visivo.

 

Nel totale rispetto delle scelte della madre e se le condizioni di entrambi lo consentono, per la nutrizione enterale si potrà procedere con la conservazione del latte materno e sarà quindi fondamentale che la stimolazione del seno inizi fin dal primo momento con la raccolta del colostro che è la prima forma di latte che viene prodotta dalla mamma, alimento altamente nutriente e ricco di fattori protettivi, che con il passare del tempo si trasformerà in latte maturo.

Si inizia quindi con una adeguata stimolazione con un tiralatte per 5/6 minuti in modo alternato e per ciascun seno o con uno su entrambi i seni, alternando tempi di pausa di 4/5 minuti, fino alla rimozione di tutto il latte. E’ necessario raccoglierlo almeno 8 volte al giorno, ovviamente con pause più lunghe durante la notte. Se la mamma non riesce a fornirne a sufficienza, si potrà utilizzare il latte di banca, vale a dire quello pastorizzato di altre mamme.

Un valido alleato per l’estrazione del latte è il tiralatte. Ne esistono di due tipi : quello manuale, che consigliamo di utilizzare se l’operazione viene effettuata qualche volta al giorno, oppure quello elettrico utile quando è usato frequentemente o per un periodo prolungato di tempo. Chicco offre prodotti di entrambe le tipologie: efficienti nell’estrazione del latte e delicati sul seno della mamma grazie alla morbida membrana in silicone presente sulla campana. Il tiralatte elettrico Chicco ha un sistema a due fasi: la prima di stimolazione con un ritmo veloce, azioni corte ma frequenti; la seconda, che avviene dopo qualche minuto, di estrazione con tiraggi più lunghi e lenti.

Con quello manuale invece è possibile scegliere tempo ed intensità del ritmo agendo direttamente con la mano sulla maniglia. Inoltre grazie all’ergonomia di quest’ultima e della campana, la mamma evita tensioni muscolari a braccia, spalle e schiena rimanendo comoda durante l’estrazione.

Per la conservazione del latte, il personale sanitario delle TIN saprà dare le corrette modalità sia di conservazione che di trasporto. È comunque necessario considerare che i neonati pretermine hanno una particolare vulnerabilità verso le infezioni e si deve quindi prestare la massima attenzione al rispetto delle norme igieniche nelle fasi di raccolta, manipolazione e conservazione.

Le regole primarie sono:

  1. Lavare ed asciugare accuratamente le mani prima di ogni operazione.

  2. Accertarsi che il kit per la raccolta sia stato sciacquato con acqua fredda e poi lavato con acqua calda e sapone neutro per stoviglie, risciacquato e asciugato con cura.

  3. Una volta al giorno è necessario disinfettare tutto il materiale che si utilizza mediante vapore o bollitura in acqua per 20 minuti o in alternativa utilizzare gli appositi prodotti per la sterilizzazione chimica in acqua, rispettando le indicazioni del produttore.

  4. Montare il kit per la raccolta in un piano pulito e disinfettato, cercando di toccare il meno possibile le parti interne. E’ consigliabile, in caso di raffreddore, l’utilizzo di una mascherina che copra naso e bocca.

  5. Pulire e detergere l’aureola del seno e il capezzolo con la sola acqua prima di ogni estrazione.

  6. Travasare il latte raccolto in un contenitore sterile, evitando di toccare le pareti interne, chiuderlo energicamente con l’apposito tappo. È bene tenere separato il latte raccolto di volta in volta per evitare il più possibile qualsiasi contaminazione.

Se si utilizza un tiralatte Chicco si ha anche un vantaggio pratico importante: il latte raccolto con l’estrazione non va travasato in un contenitore diverso per la conservazione, ma è possibile chiudere direttamente quello in cui è stato estratto il latte, con l’apposito tappo e riporlo direttamente in frigo o freezer. I contenitori sono facilmente trasportabili, sterilizzabili e possono essere scaldati o congelati

Il latte può essere conservato con queste tempistiche:

  • A temperatura ambiente fino a 25 ° C per 3 ore

  • In frigorifero a 4° C non oltre le 72 ore

  • In congelatore a – 20° C fino a 3 mesi.

Per l’eventuale trasporto in reparto è necessario utilizzare le borse frigo corredate con l’apposito ghiaccetto, in quanto la catena del freddo non deve essere interrotta.

Per il congelamento è consigliabile utilizzare piccoli contenitori sterili, non riempiti mai fino all’orlo, in modo da evitare che venga sprecato una volta scongelato. Ogni contenitore va etichettato con la data di spremitura.

Il latte va scongelato lentamente in frigorifero, o a temperatura ambiente, o in caso di urgenza anche immergendolo in un contenitore pieno di acqua tiepida. Non va usato il forno a microonde perché altera la composizione del latte. Non aggiungere latte appena estratto al latte scongelato.

Tutto ciò risulta una procedura che complica ulteriormente la situazione in presenza di una nascita prematura, ma che se opportunamente avviata e condotta dagli operatori sanitari delle TIN, riconduce il genitore nelle sue competenze di accudimento e finalizza gli obiettivi di una “famiglia pretermine” proiettandoli verso una speranza di futuro.

 

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