Legge 104 per i neonati prematuri
Il sonno è uno degli elementi fondamentali per la maturazione del cervello sia in ambiente intrauterino che extrauterino.
Alla nascita, i bambini a termine, dormono per circa sedici ore e questo sonno è detto polifasico, perché si alternano fasi di sonno e di veglia in cicli di tre/quattro ore.
Il sonno e i ritmi circadiani sonno/veglia hanno origine durante il periodo fetale e sono suddivisi in:
Sonno quieto e profondo, con assenza di movimenti oculari, frequenza cardiaca stabile, respiro regolare, stato di calma e rari movimenti del corpo;
Sonno leggero. Il respiro ed il battito cardiaco sono più irregolari e veloci, si verificano stiramenti e flessioni all'indietro, i movimenti oculari sono più frequenti, si manifestano espressioni facciali come smorfie, sorrisi, contrazioni;
Dormiveglia. Si alternano fasi di sonno e veglia tranquilla, gli occhi possono essere semiaperti, lo sguardo sembra perso nel vuoto, possono manifestarsi lenti movimenti del corpo;
Veglia quieta e attenta, nella quale gli occhi sono ben aperti, lo sguardo è attento, la frequenza cardiaca e il respiro sono regolari e senza accelerazioni;
Veglia attiva e vivace con occhi attenti e in movimento, frequenza cardiaca con tachicardia sostenuta, attività motoria frequente, continua e vigorosa, emissione di piccoli suoni.
Ogni genitore è in grado di cogliere le varie differenze di queste fasi e di agire di conseguenza. È evidente che un bimbo mentre si trova in uno stato di sonno quieto e profondo non vada svegliato per alimentarlo, come è altrettanto logico che si interagisca con lui durante la veglia attiva e vivace.
Entro il primo mese di vita l’organizzazione degli stati sonno/veglia inizia ad adattarsi al ciclo luce-buio e ai rumori dell’ambiente circostante. Verso i sei mesi di vita, si giunge ad avere la durata maggiore di sonno ininterrotto, che va dalle quattro alle sei ore, anche se perdurano brevi risvegli durante la notte. In questo periodo, il bambino ha momenti di veglia giornaliera che diventano via via sempre più lunghi. Sono, però, ancora intervallati da brevi periodi di sonno. Gradualmente il numero totale dei cicli sonno/veglia diminuisce.
Gli insuccessi nel consolidarsi del riposo notturno costituiscono una delle maggiori cause alla base dei disturbi del sonno, sia nell'infanzia che nell'età adulta. Il primo anno di vita richiede al piccolo i maggiori adattamenti del funzionamento fisiologico, percettivo, motorio, sociale. In tutti questi ambiti lo sviluppo precoce dell’organizzazione sonno/veglia è fondamentale, perché contribuisce allo sviluppo neurobiologico, il quale coordina gli “orologi” biologici interni, che inviano segnali al corpo, come fame, sete, dolore e acuiscono i segnali esterni come la temperatura, i rumori, l’interazione sociale.
Date queste premesse, sorgono immediatamente le considerazioni su alcuni aspetti che influenzano una nascita pretermine. Il primo dato evidenziato, supportato dalle attuali evidenze scientifiche sul ruolo del sonno nel processo di maturazione del cervello, determina quanto sia essenziale, per un bambino nato gravemente pretermine, la qualità e la quantità del suo sonno.
Purtroppo, per questioni gestionali, pratiche e vitali, intese come cura per la sopravvivenza, alle volte non è possibile una regolare e fisiologica gestione dei ritmi sonno/veglia e anche nelle migliori TIN, dove il personale sanitario è formato e aggiornato su questo importantissimo fattore, l’emergenza, l’urgenza, la gravità, hanno ovviamente il sopravvento sull’attenzione specifica del sonno.
All’interno di un reparto di patologia neonatale è molto difficile distinguere il giorno dalla notte. I ritmi sono incessanti, seguono l’evolversi degli eventi e delle necessità di ogni singolo bambino che obbligatoriamente “convive con i suoi compagni di culla”. È purtroppo normale routine che se un bimbo desatura, portando all'attivazione, di conseguenza, del segnale acustico del saturimetro, anche gli altri bimbi lo seguano in una sorta di contagio collettivo. Le manovre di medici ed infermiere, magari per urgenze e interventi salvavita improvvisi, per quanto accorte possano essere, coinvolgono imprescindibilmente anche le altre culle.
Tutto ciò potrebbe determinare delle alterazioni del ritmo sonno/veglia e dei disturbi che possono comparire dopo la dimissione. In particolare nei bambini che sono stati sottoposti a ventilazione meccanica, si manifestano con un sonno disturbato da numerosi risvegli notturni, in seguito accompagnati da incubi e da difficoltà nell'addormentamento. La ritmicità del ciclo dipende dal potenziale genetico, dal processo maturativo del sistema nervoso, dall'influenza ambientale (cioè l’alternanza, luce/buio, rumore/silenzio) e dalla relazione madre-bambino. È normale che nei bambini nati pretermine l’acquisizione di questi ritmi sia profondamente influenzata dall'esperienza di aver vissuto per molte settimane o mesi all'interno di una TIN.
La maggior parte dei genitori di bambini nati pretermine, una volta a casa, preferiscono avere sempre sotto controllo il sonno del proprio figlio, perché sono consapevoli delle difficoltà, dei traumi, delle complessità, incorse durante la degenza in TIN. Non è raro che un genitore si ritrovi a controllare costantemente che il respiro sia regolare, che il sonno sia tranquillo. Nella maggioranza dei casi, i piccoli appena dimessi, durante la notte, dormono nella stanza genitoriale, vicino a mamma e papà e di giorno riposano “seguendo” le varie postazioni dei genitori. Sono atteggiamenti comprensibili e consoni al vissuto della famiglia che tranquillizzano le ansie e le paure presenti, imprescindibilmente dallo stato di salute del bambino, nei primi mesi a casa.
Un’ottima soluzione è far dormire il piccolo nella sua culla nella stanza con i genitori, il più possibile vicino alla mamma o al papà: in questo modo potrà essere facilmente accudito e coccolato durante la notte. Inoltre, dormire vicini favorisce l’allattamento al seno e la regolazione del ritmo sonno-veglia nel neonato. A questo scopo può risultare molto utile e comoda la culla Chicco Next2Me, l’originale culla fianco-letto che permette al piccolo di dormire accanto al letto dei genitori in tutta sicurezza.