Bambini nati prematuri e l’inserimento al nido e alla scuola d’infanzia
- Dott.ssa Francesca Babetto psicologa
- 7 mar 2019
- Tempo di lettura: 4 min

In Italia il 6,5% dei neonati nasce prima della 37esima settimana di gravidanza, quindi prematuramente: per il bambino, abbandonare così presto la pancia della mamma e dover imparare a vivere e crescere autonomamente può portare ad aspetti “atipici” nel suo sviluppo. La giusta consapevolezza di questo percorso “speciale” è fondamentale per una buona crescita di questi piccoli.
La degenza in TIN (Terapia Intensiva Neonatale) è un percorso estremamente tortuoso e difficile per il neonato che molto spesso non deve solo “crescere”, come comunemente si pensa, ma, soprattutto, lottare per la propria sopravvivenza. In questo contesto i genitori non possono svolgere il loro naturale ruolo di cura nei confronti del figlio appena nato. Sono costretti a fidarsi e ad “affidare” il proprio piccolissimo bambino a mani estranee, spesso invasive per necessità, reprimendo il logico istinto di protezione e precludendosi per sempre l’esclusività dei primi momenti di intimità e di conoscenza reciproca, lungamente sognati e immaginati.
Nella maggior parte dei casi, e soprattutto con i neonati estremamente pretermine (nati prima della 29esima settimana di gestazione), i primi anni di vita del bambino sono costellati da costanti controlli di follow up, percorsi riabilitativi, attenzioni particolari. La crescita è caratterizzata da frequenti momenti di difficoltà sia sotto il profilo clinico che psicologico-relazionale. Questo percorso quotidiano va a influire non solo sul bambino, ma su tutto il contesto familiare, creando quella che viene definita “famiglia prematura”.
Le statistiche ci dicono che mediamente in una classe di 30 bambini, 2 di essi potrebbero essere nati pretermine: questo dato, assolutamente degno di nota, deve essere tenuto in considerazione nei programmi didattici e formativi rivolti alle educatrici ed insegnanti.
“... I primi approcci sociali in contesti quali il nido e la scuola d’infanzia richiedono un certo grado di autonomia da parte di bambini e una buona dose di fiducia da parte dei genitori nei confronti di educatrici ed insegnanti, due elementi che per certi versi ripercorrono condizioni e traumi subiti da genitori e bambini subito dopo la nascita. Ecco perché molto spesso, problematiche quotidiane come il distacco mattutino, il sonnellino, l’alimentazione, che solitamente nei bambini nati a termine sono facilmente superabili, assumono in alcuni casi connotazioni alle volte al limite della patologia per la “famiglia prematura”. L'approfondimento e la consapevolezza degli aspetti della prematurità nell'inserimento dei propri figli nei primi contesti extra famigliari, è un esigenza molto sentita dalle famiglie ..."
Testo tratto dalla presentazione della pubblicazione "Grandi Passi per Piccoli Pulcini, Linee Guida per l’inserimento dei bambini nati pretermine al nido e alla scuola d’infanzia".

Questa interessantissima pubblicazione è scaturita da un progetto dell’Associazione Pulcino, iniziato nel 2006, ma tuttora attivo. Sono stati sondati i bisogni sia dei genitori che degli educatori ed è stato stilato un piccolo manuale che viene diffuso tramite corsi di informazione, formazione e aggiornamento rivolti alle educatrici dei nidi ed insegnanti della scuola d’infanzia.
Per leggere e scaricare "Grandi Passi per Piccoli Pulcini" Clicca qui
Queste figure educative sono le prime che hanno modo di osservare i bimbi nelle loro prime interazioni sociali con i coetanei in un ambiente estraneo a quello domestico e la loro collaborazione è quindi fondamentale per poter intervenire in modo adeguato, tempestivo ed inclusivo per promuovere positivamente lo sviluppo e la crescita di questi piccoli.
L’obiettivo principale è formare insegnanti ed educatori sul tema della prematurità, condividendone le possibili difficoltà che questi bambini possono incontrare ed elaborando linee guida, possibili strategie, ma anche strumenti pratici di utilizzo quotidiano finalizzati alla comprensione di comportamenti tipici dei bimbi nati pretermine nell'ambito relazionale. Spesso questi incontri sono aperti ai genitori in modo da poterne condividere i contenuti, agevolare la risoluzione o almeno la diminuzione delle ansie tipiche connesse all'inserimento alla scuola, creare una sinergia insegnante-genitore, fondamentale per superare le difficoltà che spesso i genitori dei bambini nati pretermine incontrano nel comunicare o meno il vissuto loro e dei loro bambini. Tutto questo semplifica il delicato compito di educatori ed insegnanti che comprendono meglio reazioni e comportamenti dei bimbi e riescono così a instaurare un rapporto più semplice ed empatico, migliorando il vissuto scolastico di tutte le persone coinvolte.
Ecco gli aspetti che possono risultare compromessi nei bambini pretermine durante la prima infanzia:
Autoregolazione e la reattività sensoriale: alterazioni dei ritmi biologici, come ad esempio difficoltà ad addormentarsi o risvegli ripetuti, paure del rumore e della confusione, iper sensibilità agli stimoli, difficoltà di alimentazione.
Disturbi della comunicazione e della relazione: difficoltà nel distacco dai genitori, tendenze al ritiro ed all'isolamento sociale e difficoltà nel partecipare alle attività di gioco libero con i coetanei.
Disturbi delle capacità di attenzione e concentrazione: iperattività motoria precoce, disgrafia e difficoltà dell’attenzione e della concentrazione.
Questi aspetti sono direttamente riconducibili alla degenza in TIN, un ambiente fortemente caratterizzato da rumori dei macchinari, luci accese, attività spesso frenetiche e di emergenza 24 ore su 24. L’alimentazione non corrisponde ad un benessere, a una gratificazione, al gusto del latte e all'odore della mamma, ma è un semplice processo di riempimento dello stomaco per permettere al corpicino di crescere. Inoltre, il bimbo è per la maggior parte del tempo solo nella culla termica, senza un contatto costante con i genitori e, per necessità, è sottoposto quotidianamente a molteplici sollecitazioni dolorose. Gli organi procedono il loro sviluppo al di fuori del corpo materno, in una condizione extrauterina ed in modo tutt'altro che semplice e fisiologico.

Nascere prematuri non implica necessariamente l’emergere di queste difficoltà e questi comportamenti non denotano una patologia o sindrome specifica, tuttavia le alterazioni emotive e comportamentali possono incrementare il rischio di successivi disturbi dello sviluppo. La conoscenza di questi aspetti permette una collaborazione di tutte le persone coinvolte nella crescita del bambino allo scopo di identificare e comprendere eventuali difficoltà, per agevolare il raggiungimento di conclusione positiva a un’esperienza di inizio vita così forte sia per il bambino che per tutta la famiglia.
Queste iniziative, offerte gratuitamente alle scuole proprio dalle associazioni di volontariato, sono state sperimentate in più località italiane con ottimi risultati: le adesioni sono state sempre numerose sia da parte dei genitori che degli operatori scolastici che hanno manifestato così la necessità di essere adeguatamente informati per poter agire nell'interesse del bambino e della famiglia prematura: il riscontro finale è stato sempre estremamente positivo per tutte le persone coinvolte.