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  • Educatrice Neonate Cinzia Caltabiano

L’allattamento del neonato prematuro


Il latte materno è l’alimento più importante per il neonato perché contiene tutte le sostanze nutritive adatte a essere facilmente digerite, perché fornisce maggiori difese immunitarie e perché favorisce lo sviluppo e la maturazione dei vari organi.

La nascita prematura, la bassa età gestazionale del neonato o condizioni cliniche non favorevoli possono rendere impossibile iniziare l’allattamento al seno fin da subito. Per potersi attaccare al seno, un bambino deve essere in grado di compiere e coordinare tre azioni fondamentali: respirare, succhiare e deglutire, operazioni automatiche e spontanee per un bimbo nato a termine che vengono acquisite nel corso delle ultime settimane di gravidanza. Ma anche in questo caso di parto pretermine la mamma ha comunque la possibilità di alimentare il suo piccolo con il suo latte iniziando quanto prima a raccoglierlo attraverso l’estrazione manuale o con un tiralatte.

Se la condizione della mamma lo consente, sarebbe importante che la stimolazione del seno avvenisse fin dalle prime ore dopo il parto con una frequenza indicativa di otto volte al giorno. Un validissimo aiuto per la mamma, che vorrà in seguito allattare al seno, è proprio il tiralatte elettrico che consente di raccogliere con regolarità e con frequenza il latte materno anche per lunghi periodi per poi conservarlo finché il proprio bambino non sarà in grado di alimentarsi direttamente dal seno. É necessario scegliere il tiralatte con una morbida membrana in silicone e con un sistema a due fasi: la prima di stimolazione con un ritmo veloce, azioni corte ma frequenti; la seconda, che avviene dopo qualche minuto, di estrazione con tiraggi più lunghi e lenti. Il latte raccolto servirà in parte per l’alimentazione del bambino attraverso il sondino naso-gastrico ed in parte potrà essere conservato attraverso il congelamento in appositi contenitori sterili.

Quando poi il bimbo avrà raggiunto un minimo di maturità dell’apparato respiratorio e di suzione, è possibile proporre il seno in modo che il bimbo possa attaccarsi e che la mamma possa assicurarsi una produzione sempre maggiore di latte.

 

Per poter preparare madre e figlio alle poppate al seno si può iniziare direttamente nel reparto di terapia intensiva neonatale con la kangaroo mother care, il contatto pelle a pelle, il contatto nasino - bocca con il capezzolo, dove la mamma, spremendosi il seno, potrà “far assaggiare e annusare” un po’ di latte al suo bimbo.

 

Il grande sforzo della suzione impegna moltissimo il piccolo e l’allattamento al seno è una lenta e reciproca conquista sia per la madre che per il bambino.

Nelle prime settimane in cui il bambino si attacca al seno, potrebbero verificarsi delle problematiche che rischiano di minare la produzione di latte portando ad un progressivo abbandono dell'allattamento. Tra gli inconvenienti più comuni che possono presentarsi durante l'allattamento al seno, troviamo le ragadi che sono sicuramente l'intoppo più frequente, soprattutto per le neomamme alle prese con il primo figlio.

Le ragadi si formano quando il bambino non si attacca correttamente al seno e, nella fase di suzione, sollecita in maniera scorretta il capezzolo. Si formano così delle ferite che, se non si interviene correggendo l'attacco, possono essere molto dolorose ed arrivare a sanguinare. Quindi la prevenzione e la guarigione passano prima di tutto da un attacco corretto. Quando si manifestano vanno trattate controllando che la pelle sia asciutta e non maceri e cambiando posizione per l'allattamento per non sollecitare sempre lo stesso punto.

Come prevenzione per le ragadi consigliamo l’uso di crema seno CLEMULINA già dal 7° mese di gravidanza per preparare la cute del seno e del capezzolo, mantenendo un giusto livello di idratazione ed elasticità, prevenendo così il rischio di insorgenza di ragadi; inoltre, nel caso di irritazioni o ragadi, durante l’allattamento CLEMULINA lenisce e risana la pelle del seno. È perfetta anche come crema lenitiva, idratante e rigenerante in caso di arrossamenti del piccolo.

 

Per alleviare il dolore durante la poppata possono essere usati temporaneamente i paracapezzoli sia per il periodo di massimo dolore (solitamente 2-3 giorni) sia per i primi minuti della poppata che solitamente sono i più dolorosi; dopo i primi momenti è possibile sfilare il paracapezzolo senza staccare il bambino e continuare ad allattare.

 

Un altro inconveniente che potrebbe verificarsi è la candidosi del seno. La candida è un'infezione fungina che il neonato trasmette alla mamma attraverso la poppata. Solitamente si manifesta con un senso di bruciore ai capezzoli e con fitte al seno durante l'allattamento. Non si tratta di un'infezione grave, non è necessario quindi sospendere l'allattamento, ma sia la mamma che il bambino vanno trattati contemporaneamente con una crema antimicotica che prescrive il medico per evitare il continuo contagio.

Altro evento che potrebbe manifestarsi è l’ingorgo mammario che si verifica quando, con il passare dei giorni, il seno non viene svuotato del tutto. Il seno appare dolente e teso a tal punto che per il bambino può risultare difficile attaccarsi. Quando il quantitativo di latte è eccessivo si può verificare un blocco della sua fuoriuscita. In questo caso può essere utile fare degli impacchi caldi e, per ridurre la tensione, procedere con una spremitura manuale o con un tiralatte, quindi attaccare il bambino.

Nel caso di dotto ostruito Il seno è morbido tranne per una zona circoscritta che al tatto presenta un nodulo. Il latte fuoriesce normalmente, ma non da quel dotto. Anche in questo caso massaggiare durante la poppata può aiutare a "sbloccare" il punto in cui si è accumulato il latte; inoltre è utile variare la posizione in modo da drenare la mammella nelle varie parti

Può capitare che da un ingorgo o da un dotto ostruito possa insorgere una mastite. I sintomi principali sono malessere, febbre, stanchezza, dolore e gonfiore del seno. Anche in questo caso non è necessario sospendere l'allattamento, ma se entro un giorno la situazione non migliora (svuotando correttamente il seno e facendo degli impacchi freddi tra una poppata e l'altra), è importante consultare il medico che probabilmente prescriverà un antibiotico.

Questi sono tutti aspetti assolutamente superabili e di facile risoluzione, ma è bene rivolgersi ai professionisti competenti per affrontare anche piccoli inconvenienti. Inoltre alle volte può capitare che non sia proprio possibile l’allattamento al seno per più gravi problematiche che possono andare da complicazioni cliniche e patologiche, sia della mamma che del bambino, alle scelte individuali della madre che, per sue particolari ragioni, abbia volontariamente scelto di non allattare. In questi casi, viene utilizzato il latte di formula su precise prescrizioni del neonatologo, che supplisce perfettamente alle azioni alimentari del latte materno.

 

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