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Riproponiamo un estratto di un’intervista pubblicata nel sito PArWelB racconta – Voicing preterm parents' experiences


Guardare gli occhi di un genitore che si trova dentro un reparto di terapia intensiva neonatale con il proprio figlio appena nato è molto difficile. Si vedono, e soprattutto si sentono, un vortice di emozioni, ansie, paure, speranze, apprensione, disorientamento.

Condividendo con loro questo insieme di sensazioni si entra nella parte più intima e più vulnerabile, dove risiedono i pensieri più nascosti e le sensazioni più negative, ma che paradossalmente, rientrano in una sorta di “normalità” che accomuna tantissimi genitori.


Condividendo con loro questo insieme di sensazioni si entra nella parte più intima e più vulnerabile, dove risiedono i pensieri più nascosti e le sensazioni più negative, ma che paradossalmente, rientrano in una sorta di “normalità” che accomuna tantissimi genitori. Elisabetta Ruzzon, referente specializzata sui temi della prenatalità per AmatiPrima e presidente di Pulcino Associazione delle famiglie di bambini nati pretermine che opera in gran parte del Veneto, assieme a tanti altri volontari “genitori pretermine”, ascolta, vede, parla e accoglie da molti anni tantissime mamme e papà, in una sorta di linguaggio comune, dove non esistono classificazioni sociali e culturali, dove si parla con il cuore, dove ogni sentimento trova il suo spazio e viene accolto. Un mondo emotivo totalmente sconosciuto alla maggior parte delle persone, difficile da comprendere per chi non ha vissuto la nascita a rischio del proprio figlio. Sono vissuti che restano nella memoria, che hanno bisogno di essere elaborati e la condivisione aiuta la consapevolezza, anche nella relazione futura con il proprio figlio. Un ringraziamento va a tutte le figure professionali che fanno parte di ParWelB, https://parwelb.unimib.it/ Voicing Preterm Parents’ Experiences, in particolare a Conny Russo, conduttrice dell’intervista. Il consorzio ParWelB è formato dall’Università di Milano-Bicocca come unità capofila, dall’unità di terapia intensiva dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda e dall’unità di terapia subintensiva dell’ASST Rodhense. Il progetto è nato per dare voce alle esperienze dei genitori di neonati prematuri attraverso una ricerca interdisciplinare per impostare nuove pratiche neonatali e migliorare il benessere delle famiglie.




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