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Giornata Mondiale della Prematurità 2022




Il 17 novembre si celebra la Giornata Mondiale della Prematurità accendendo una LUCE VIOLA per sollecitare un importante momento di sensibilizzazione e consapevolezza sulle nascite premature e su tutte quelle nascite che, per patologie varie, prevedono un ricovero in una terapia intensiva neonatale.


In questi tredici anni, in occasione della Giornata Mondiale, si sono moltiplicate le iniziative, le manifestazioni, gli eventi e tutto questo ha contribuito ad aumentare la sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti delle tematiche della prematurità e portare attenzione nei confronti della “famiglia pretermine”.


L‘altissima specializzazione della neonatologia ha permesso la sopravvivenza di neonati di 22 settimane di gestazione: operatori sanitari, reparti di terapia intensiva neonatale, associazioni di genitori sostengono ed accompagnano quotidianamente i piccolissimi prematuri ed i loro famigliari, contribuendo a migliorare costantemente le cure ed i percorsi di crescita e sviluppo di questi bambini.


In questo contesto di progresso nell’assistenza perinatale del neonato, si presenta ora una nuova grande sfida: un monitoraggio costante dello sviluppo cognitivo e comportamentale di questi bimbi, una pianificazione di controlli che sia in grado di intercettare quanto più precocemente possibile eventuali disarmonie o necessità particolari del neonato al suo rientro a casa e di garantire il miglior percorso di cura possibile per lui e per la sua famiglia, non solo sotto il profilo clinico, ma anche relazionale, psicologico e neuroevolutivo. Questo approccio multidisciplinare di controllo ed accompagnamento viene comunemente definito follow up.


La Giornata Mondiale della Prematurità 2022 vuole celebrare non solo la nascita prematura e le cure perinatali di cui necessita, ma anche la continuità di cura dopo la dimissione per condurre passo dopo passo questi piccoli bimbi e le loro famiglie verso un futuro quanto più sano e sereno possibile.

La SIN, Società Italiana di Neonatologia, evidenzia che, in Italia, circa 30 mila neonati nascono prima del termine della gravidanza e che 4.500 bimbi hanno pesi inferiori a 1,5 kg. con elevato rischio di sviluppare danni respiratori, cognitivi, motori, neurosensoriali. L’assistenza al pretermine non si esaurisce al raggiungimento del peso fisiologico o all’acquisizione delle competenze di base (termoregolazione, respirazione, alimentazione), ma prosegue ben oltre. In questa prospettiva temporale più ampia un follow-up strutturato e multidisciplinare diventa determinante per una crescita corretta ed armoniosa.


La necessità di creare percorsi assistenziali strutturati e improntati sulle caratteristiche del singolo bambino, si fa quindi sempre più impellente perché le carenze e le difformità dei servizi territoriali rischiano di gravare sulla salute dei bambini e delle loro famiglie e di compromettere le potenzialità abilitative di terapie in grado di modificare radicalmente lo sviluppo equilibrato di questi neonati ed il futuro dell’intera famiglia.

La maggior parte dei reparti di terapia intensiva neonatale sono in grado di seguire fino ai 2-3 anni i bambini ad alto grado di complessità e con patologie conclamate, ma è fondamentale assicurare a tutti i piccoli nati pretermine una continuità assistenziale, con accertamenti e terapie accompagnatorie, ripetuti nel tempo, fino all’età scolare e che prevedano un adeguato supporto della relazione genitori-bambino quale fattore di protezione fondamentale per ottimizzare lo sviluppo globale del bambino stesso. Questo monitoraggio generale non può, ovviamente, essere demandato ai genitori ed ai caregivers, in quanto non competenti sui vari aspetti dello sviluppo e soprattutto perché sono emotivamente molto coinvolti sui temi che riguardano la salute del/la loro figlio/a.


Nel 2021 è stato approvato dalla Camera un nuovo Piano del Governo sull’infanzia e l’adolescenza e tra i diversi impegni, c’è quello di promuovere in ogni Regione una rete di servizi di follow-up. Il servizio dovrebbe prevedere un protocollo condiviso dove il neonatologo della terapia intensiva neonatale da cui viene dimesso il piccolo paziente, faccia da figura di riferimento e di coordinamento dell’attività di follow-up, con il compito di interagire e collaborare con il pediatra di libera scelta, con gli specialisti dell’età evolutiva, con gli operatori socio sanitari del territorio, al fine di erogare la migliore cura possibile per quel particolare bambino, il più precocemente possibile e garantire a lui e alla sua famiglia tutte le opportunità per un normale percorso di crescita.


Un modello gestionale ed organizzativo che possa offrire gli standard ottimali di valutazione, un percorso abilitativo creato “su misura” per il neonato e la sua famiglia e dei servizi multidisciplinari specializzati ed individualizzati per tutti i bambini dimessi da un reparto di terapia intensiva neonatale fino all’ingresso della scuola dell’obbligo, può essere definito un FOLLOW UP FAMILIARE in grado di garantire un sano ed armonico sviluppo di tutte le potenzialità del bambino e dell’ambiente familiare che lo circonda.

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